Il 23 dicembre 1984, presso la Grande Galleria dell’Appennino, quando la velocità del treno rapido n. 904 era sostenuta, fu compiuto un attentato dinamitardo:una detonazione causata da una carica di esplosivo radiocomandata, posta su una griglia portabagagli del corridoio della 9ª carrozza di II classe, a centro convoglio: l’ordigno era stato collocato sul
treno durante la sosta alla Stazione di Firenze Santa Maria Novella.Il treno era pieno di viaggiatori che ritornavano a casa o andavano in visita a parenti per le festività. Al contrario del caso dell’Italicus, questa volta gli attentatori attesero che il veicolo penetrasse
nel tunnel, per massimizzare l’effetto della detonazione: lo scoppio, avvenuto a quasi metà della galleria, provocò un violento spostamento d’aria che frantumò tutti i finestrini e le porte. L’esplosione causò 15 morti e 267 feriti. In seguito, i morti sarebbero saliti a 17 per
le conseguenze dei traumi. Con l’aiuto della macchina di soccorso i feriti vennero portati alla stazione di San Benedetto Val di Sambro e poi a Bologna.