Il 27 giugno 1980 vicino all’isola di Ustica si inabissò intorno alle nove di sera l’aereo Douglas DC9 di linea che portava a Palermo da Bologna ottantuno passeggeri, tutti morti nella caduta del velivolo. È una storia tremenda e tuttora, per molti aspetti, oscura. Il primo elemento emerge nel 1990, dalle indagini penali intraprese dal giudice Priore dopo dieci anni di indagini di altri giudici senza risultati. Leggiamo nella sentenza-ordinanza del giudice Priore: “Il disastro di Ustica ha scatenato, non solo in Italia, processi di deviazione o comunque di inquinamento delle indagini. Gli interessi dietro l’evento e di contrasto di ogni ricerca sono stati tanti e non solo all’interno del Paese, ma specie presso istituzioni di altri Stati, da ostacolare specialmente attraverso l’occultamento delle prove e il lancio di sempre
nuove ipotesi – conil chiaro intento di soffocare l’inchiesta – il raggiungimento della comprensione dei fatti… l’opera di inquinamento è risultata così imponente da non
lasciar dubbi sull’ovvia sua finalità: impedire l’accertamento della verità…”. Le indagini del giudice Priore, che appaiono le più pertinenti e approfondite grazie anche alla quasi totale ricostruzione del relitto dell’aereo e a un notevole impegno di fondi, uomini e mezzi di vari governi, si concludono il 31 agosto del 1999 con una ordinanza di rinvio a giudizio e sentenza istruttoria di proscioglimento che esclude una bomba a bordo e un cedimento strutturale dell’aereo circoscrivendo le cause della sciagura a un evento esterno al DC-9. I giudizi che si susseguono in corte di Assise nel 2000, di Assise di Appello nel 2005 e della Cassazione nel 2007 si concludono con il proscioglimento dei generali dell’Aeronautica Bartolucci e Ferri con formula piena. Francesco Cossiga, poi presidente della Repubblica, presidente del Consiglio al momento della strage, nel febbraio 2007 dichiara che ad abbattere il DC-9 sarebbe stato un missile “a risonanza e non a impatto” lanciato dai francesi. Ma le indagini,
intraprese dalla procura della repubblica di Roma, non portano a nessun risultato”.
(Fonte: Articolo21.org)