Il 4 agosto 1974, avvenne la strage dell’Italicus a San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna. Alle ore 1,23, nella vettura 5 dell’Espresso Roma-Monaco di Baviera esplose una bomba ad alto potenziale causando 12 morti e 48 feriti. La strage avrebbe potuto avere dimensioni più grandi se l’ordigno fosse esploso all’interno della Grande Galleria dell’Appennino nei pressi di San Benedetto Val di Sambro, come avvenuto dieci anni dopo nella Strage del Rapido 904. L’attentato venne rivendicato dall’organizzazione Ordine Nero attraverso un volantino che dichiarava: «Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l’autunno;
seppelliremo la democrazia sottouna montagna di morti. » I colpevoli della strage non sono mai stati individuati, ma in un passaggio della relazione della Commissione Parlamentare sulla Loggia P2 leggiamo: “la strage dell’Italicus è ascrivibile ad una organizzazione terroristica di ispirazione neofascista o neonazista operante in Toscana; la Loggia P2 svolse opera di istigazione agli attentati e di finanziamento nei confronti dei gruppi della destra extraparlamentare toscana; la Loggia P2 è quindi gravemente coinvolta nella strage dell’Italicus e può ritenersene anzi addirittura responsabile in termini non giudiziari ma storico-politici, quale essenziale retroterra economico, organizzativo e morale».