Il 19 ottobre 1944, a Palermo, in via Maqueda, davanti a Palazzo Comitini, allora sede della
Prefettura, un plotone di militari dell’esercito spara sulla folla, che si era associata a un gruppo di dipendenti comunali in sciopero, per chiedere pane e lancia anche due bombe a mano provocando 24 morti e 158 feriti, in gran parte bambini. I pochi militari che vennero processati dopo due anni, vennero assolti per “eccesso colposo di legittima difesa”.
È la prima strage, in Italia, dopo la liberazione dal fascismo. “Fra le prime vittime accertate spiccarono i nomi, pubblicati dal Giornale di Sicilia il giorno successivo, di Francesco Frannotta di anni 10, di un ragazzo non identificato dell’età apparente di anni 10, di Domenico Cordone di anni 15, di Michele Damiani di anni 12, di Andrea Di Gregorio di anni 15, di un bambino non identificato dell’età apparente di anni 7, di Gaetano Balistreri di anni 11, di Oreste Bisanti di anni 11, di Pietro Coppola di anni 11, di Esposito Bartolomeo di anni 16, di Simone Romano di anni 12, di Giuseppe Ciamba di anni 10, di N. Pierano di anni 8, di Luigi Reina di anni 11, di Salvatore Nuccio di anni 18, di Dorotea Rotondi di anni 10, di Gioacchino Morici di anni 13, e così via”. (Fonte: Nunzio Lauretta,” Corriere di Ragusa”).